Petali di Rosa Digitale alla primaria Marconi
Gli alunni del classi V D E della scuola Primaria Marconi hanno contribuito alla settimana del Rosa Digitale parlando delle Donne di ieri, oggi e domani…
Nei prossimi giorni saranno pubblicati i Petali di Rosa Digitale della Secondaria…
C’era una volta una giovane scienziata che amava fare immersioni di notte, quando l’oceano era buio e non ci si rendeva conto se i pesci stessero dormendo oppure fossero svegli. Ad ogni nuova scoperta i suoi occhi si illuminavano come fossero stelle nell’universo sconosciuto.
Il suo nome è Sylvia Earle.
La passione per la vita acquatica ben presto la portò ad immergersi in questo nuovo mondo. Insieme alle sue compagne e vivendo sott’acqua per settimane, si immergeva con ogni genere di veicolo sottomarino studiando la vita nell’oceano come nessuna donna aveva mai fatto prima di lei.
Una notte, la sirenetta Sylvia, indossando una muta speciale e immergendosi a profondità mai raggiunte prima di allora, mise piede sul fondale oceanico. Proprio come il primo astronauta mise a suo tempo piede sulla superficie lunare, così Sylvia lasciò una prima impronta verso la scoperta marina.
Tutt’ora, ci spiega l’importanza degli oceani senza i quali non ci sarebbe vita sulla Terra e ci insegna a conoscerli, a proteggerli ed amarli.
Sylvia Earle nata il 30 Agosto 1935, ora ottantaduenne, si è laureata alla “Florida State University” (USA) dove ha conseguito il dottorato di ricerca in botanica. A questa incredibile donna è stato dedicato un docufilm intitolato “Mission Blue” nel quale si parla di salvaguardare gli oceani e i suoi habitat marini.
Tornando sulla terraferma, ma non troppo, indossando invece una tuta spaziale e fluttuando nello spazio, la nostra Samantha Cristoforetti, milanese del ‘77, ha conseguito il record europeo femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo (199 giorni), superato solo nel 2017 da Peggy Whitson.
Aviatrice, ingegnere, astronauta militare italiana nonché prima donna italiana negli equipaggi dell’ Agenzia Spaziale Europea e amante del volo e dello spazio sin da bambina, è riuscita a realizzare il suo sogno e ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in orbita costante intorno alla Terra. Durante la permanenza a bordo della ISS ha constantemente documentato la sua esperienza sui social e sul blog “Avamposto 42”, la “Guida galattica per terrestri in missione”. Grazie al suo contributo sul web tantissimi giovani e non, hanno visto con i propri occhi lo svolgimento della vita su una navicella e le sue particolari problematiche.
Anche tornando sul pianeta ha continuato ad essere una stella, nominata nel 2015 ambasciatrice UNICEF.
La nostra astronauta osserva il mondo da un oblò…….
Anni addietro Rita Levi Montalcini lo scrutava attraverso un microscopio alla facoltà di Medicina presso l’Università di Torino, laureatasi poi con 110 e lode. Lodevole il suo impegno nelle scienze neurologiche e psichiatriche.
A soli vent’anni entrò nella scuola medica di Giuseppe Levi nella quale iniziò gli studi sul sistema nervoso.
Nacque a Torino il 22 Aprile 1909 da padre ingegnere elettronico e da madre pittrice, ebbe tre fratelli : Gino (architetto italiano di grande successo presso l’Università di Torino), Anna e Paola (talentuosa pittrice).
Nel 1938, a seguito delle leggi razziali, Rita fu costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe Levi, interrompendo bruscamente gli studi. Due anni dopo continuò gli studi in neurologia presso l’ Università di Bruxelles. Durante la primavera dello stesso anno, tornò a Torino ricongiungendosi con la famiglia e installando un piccolo laboratorio casalingo.
A seguito della Seconda Guerra Mondiale e dei devastanti bombardamenti da parte dei nazisti, si trasferì più volte insieme ai familiari in molte città italiane per scampare alle deportazioni. Durante questo periodo operò come medico presso il Quartier Generale anglo-americano e da qui inizierà poi il suo lungo percorso fatto di inarrestabili ricerche e scoperte, in particolare quello sulla NGF (proteina legata alla crescita delle cellule e degli organi); di fondamentale importanza per comprendere l’avanzamento di malattie come il cancro, l’Alzheimer e il Parkinson (e per questo ricevette il più alto riconoscimento quale il Premio Nobel per la medicina nel 1986).
Tra il ‘61 e il ‘69 diresse il Centro di Ricerche di Neurobiologia. Dal ‘69 al ‘79 rivestì la carica di direttrice del laboratorio di ricerche di biologia cellulare del CNR (Consiglio Nazionale di Ricerche); nel 1983 fu anche presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Non abbandonò mai le sue ricerche sulla NGF per oltre trent’anni e continuò il suo lavoro per il CNR in qualità di “superesperto” dal 1989 al 1995. Nel ‘99 divenne ambasciatrice della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura) per la campagna contro la fame nel mondo.
Nel 2001 è stata nominata senatrice a vita per i suoi meriti nei campi accademici, scientifici e sociali. La sua lunga vita ricca di riconoscimenti terminò, il 30 Dicembre 2012 all’età di 103 anni a Roma.
Questo nostro articolo si è tuffato nelle profondità degli oceani, ha osservato l’immensità dello spazio e manipolato il microcosmo delle cellule, termina con un viaggio attraverso le parole, quelle della giornalista molto conosciuta e apprezzata sul nostro territorio, Marilena Ferraro.
Conosciamo la nostra Marilena grazie alla storia di un cane, “Orzo”, pastore maremmano abruzzese davvero unico. Il suo racconto toccherà le corde più sensibili della vostra anima.
Un giorno Orzo perse il suo padrone che era la sua guida e proprio alla guida di una Golf che durante un incidente, Luigi, in seguito ad un impatto frontale contro un fuoristrada sulla Laurentina, morì. Era il 20 dicembre del 1998 pochi giorni prima di Natale.
Orzo amava davvero tanto il suo padrone, poiché era il cane preferito di Luigi, mentre gli altri facevano la guardia al suo gregge di pecore, lui era il prediletto così rimaneva nella casa in compagnia del suo amico umano. Questo spiega l’incomparabile fedeltà e determinazione che questo cane dimostrò durante la sua impresa. Questo è il punto del racconto, infatti, mentre il suo amico Luigi lasciava la sua vita terrena andando verso il paradiso, così il suo cane fedele s’incamminava alla ricerca dell’uomo che l’aveva accudito e coccolato durante tutte le sue giornate casalinghe.
La vita di un cane spesso può essere semplice quanto drammatica.
Quel giorno non vedendo il suo amico rientrare e affidandosi al suo fiuto, iniziò la sua incredibile ricerca raggiungendo il cimitero di Aprilia.
Il custode, Gustavo Sarchese non potè non notare quel bellissimo pastore bianco, apparso come una nuvola silenziosa in un cielo tinto di azzurro.
Gustavo non sapeva né a chi appartenesse né come fosse arrivato lì, ma lo scoprì presto; il medesimo giorno, degli amici fecero visita al povero Luigi e subito riconobbero Orzo, il suo amato cane.
[…Da quel giorno in poi Orzo divenne la mascotte di tutti i frequentatori del camposanto.]
La nostra Marilena si incuriosì e decise di seguire questa storia, che era sulle labbra oramai di tutti. Andò al cimitero per verificare se la storia fosse vera, sorprendentemente era così, come la stiamo raccontando. Fotografò Orzo e pubblicò l’articolo come corrispondente del quotidiano “Latina Oggi” lo stesso venne poi ripreso da molti media nazionali, in particolare Rai Due trasmise la storia di Orzo durante il programma <<Io amo gli animali>> nel quale furono ospiti anche il vice sindaco, Rosario Raco e il custode Gustavo. Moltissime persone volevano adottare il nostro fantastico pastore ma la sua custodia venne affidata all’uomo che si curò di lui nel momento più triste della sua vita canina, Gustavo. Dopo una breve ma intensa visibilità nazionale, i riflettori su Orzo si spensero e la sua esistenza proseguì tra le cure del custode nella propria casa nelle campagne cisternesi e nel cimitero.
La storia di Orzo è ora immortalata nelle pagine di un libro il cui racconto si svolge interamente dal punto di vista del cane, cercando di capire le sue emozioni, i suoi sentimenti e i suoi pensieri, indagando su quell’anima pura e adorabile che non si è arresa nemmeno di fronte alla morte del suo unico e grande amore.
Marilena Ferraro, nata nel 1973, è laureata in Lettere e Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi in Storia della Critica Letteraria Italiana su “Guido Morselli tra saggio e romanzo”. Dopo una breve esperienza con il quotidiano “Il Tempo” è divenuta collaboratrice del quotidiano “Latina Oggi”, incaricata di seguire la cronaca nera, il sociale e l’ambito culturale dell’area nord-pontina, con particolare riferimento al mondo scolastico. Ha collaborato con “Tele Etere” per realizzare talk-show di attualità, ha partecipato a fiere, eventi regionali e nazionali ed è sempre attiva in molti ambiti territoriali. Oggi direttore del quotidiano online Sfera Magazine e professoressa di Lettere all’I.C. “Gramsci” di Aprilia.
Tutt’ora la prof.ssa Ferraro coordina il progetto di giornalismo on-line “Professione Reporter 2.0” dell’Istituto Comprensivo “A. Gramsci” di Aprilia (LT) e cura il blog giornale dell’Istituto.
Donne.
Sfumature rosee
come petali,
profumano di rosa,
essenza di vita.
(Anonimo)
Delicate come petali
rosei, di colori profumati
nei cieli e negli spazi
rammentano giorni indimenticabili
inventivi ed immortali.
(Anonimo)